Circolo di Fenomenologia e Costruttivismo


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Le seguenti citazioni sono tratte dal libro di H. S. Sullivan, Il colloquio psicologico (Feltrinelli, Milano, 1976):

Desidero delineare una specie di schema del metodo, o schema del modo con cui si possono sviluppare metodi per condurre i nostri colloqui. Si può considerare il colloquio come un insieme di fasi. Queste fasi sono: primo l'inizio formale; secondo, il riconoscimento; terzo, l'interrogatorio particolareggiato; quarto, la conclusione.

L'inizio formale:
L'intervistatore non saluterà il proprio paziente, il quale può essere al tempo stesso perspicace e ostile, con molto sentimentalismo… Le espressioni formali non rappresentano neanche il modo ideale di iniziare un colloquio; i detti d'uso, specie quelli accompagnati da strette di mano che ad una persone sensibile fanno venire in mente un pesce morto, non contribuiscono certo a dare ad una persona il diritto di definirsi esperto in relazioni interpersonali. E non sono d'altronde utili sostituti certi sorprendenti saluti come "Oh, salve, entrate!" che potrebbe andare benissimo con una persona appena ritornata da Londra. Così, mentre non tento di dare al paziente un benvenuto particolarmente caloroso, cerco invece di comportarmi come se mi fossi aspettato di incontrarlo. Lo guardo attentamente mentre è sulla porta, dopo di che non lo fisso più. Una volta entrato gli indico dove può sedere.

Il riconoscimento:
Si può allora chiedere: "Chi è lei?". Di solito inizio questo stadio chiedendo: "Ora mi dica: quanti anni ha? Dove è nato? I suoi genitori sono ancora vivi?" e se uno dei due genitori od entrambi sono morti chiedo quando e per quale causa morirono. Se il paziente, per esempio, non sa di che cosa sia morto il padre, questo può portarci a scoprire che il padre non è vissuto a casa negli ultimi vent'anni. Questi sono dei dati interessanti.

L'interrogatorio particolareggiato:
Una delle prime cose su cui l'intervistatore può chiedere informazioni riguarda il modo con cui il paziente ha appreso le "norme igieniche". Quando parliamo di pulizia personale non intendiamo riferirci al caso in cui il paziente sia grossolanamente sporco, ma anche alla cura con cui si pettina, si pulisce le unghie, si rasa ecc… L'intervistatore poi indaga su quello che il paziente ricorda dei disegni pornografici nei gabinetti della scuola, sul tipo di oscenità udite alle scuole superiori, ecc… Potete chiedergli se preferisce la compagnia degli uomini o delle donne. Se la riservatezza del paziente a questo punto sembra aumentare, potete sempre amabilmente modificare la domanda dicendo: "È chiaro che preferirà la compagnia delle donne quando si propone di soddisfare i suoi bisogni sessuali". Se egli vi guarda in modo sospettoso, significa che vi siete sbagliati. Nello svolgere questa indagine l'intervistatore desidera anche sapere quale sia l'atteggiamento dell'intervistato verso i domestici, e dopo una considerevole digressione, si informerà anche sugli animali, intendendo con questo creature inferiori, adddomesticate o no.

La conclusione:
Lo psichiatra è un esperto, e deve essere abbastanza esperto da fermarsi quando ha finito. Dopo che voi avete formulato con la maggior cura possibile delle verità realmente e profondamente importanti, vi siete alzato ed avete guardato la porta nella speranza che il paziente si decida ad andarsene, questi può dire: "Mi dica, dottore, abbiamo fatto qualche passo avanti oggi?" E così è bene che l'intervistatore impari ad allontanare il paziente nel modo più rapido possibile.


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